Cancellare i debiti con il Fisco: quando il giudice può azzerarli se sei in difficoltà ma in buona fede (2025)

Cancellare i debiti con il Fisco: quando il giudice può azzerarli se sei in difficoltà ma in buona fede (2025)

Dott. Massimo Cavallari – Commercialista da oltre 25 anni, iscritto al n.932/A Padova ed Esperto de Il Sole 24 Ore


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Scopri come funziona l’esdebitazione del debitore incapiente: quando il giudice può cancellare i debiti fiscali se sei in buona fede e senza reddito.


Introduzione

Cancellare i debiti con l’Agenzia delle Entrate non è un sogno impossibile.
La legge prevede un meccanismo preciso — l’esdebitazione del debitore incapiente — che permette, a chi si trova in difficoltà economica ma ha agito in buona fede, di ottenere l’azzeramento totale dei propri debiti fiscali e tributari.
Una recente sentenza lo ha confermato, offrendo un’importante via di ripartenza per chi non può più sostenere i propri oneri verso il Fisco.


Cos’è l’esdebitazione del debitore incapiente

L’istituto è previsto dall’articolo 283 del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), come modificato dal D.Lgs. 83/2022.
Non è riservato alle imprese, ma si applica anche alle persone fisiche sovraindebitate: cioè a chi non è più in grado, neppure nel lungo periodo, di far fronte ai propri debiti.

In sostanza, se il giudice accerta che:

  • il contribuente non dispone di beni o redditi sufficienti a soddisfare i creditori,

  • ha agito in modo onesto, senza frodi o colpa grave,

  • collabora pienamente con l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC),

può disporre la cancellazione totale dei debiti residui.
È una misura di “nuovo inizio”, concessa una sola volta nella vita, che restituisce dignità economica a chi è stato travolto da eventi sfavorevoli.


Il caso concreto: debiti da 90.000 euro cancellati

La vicenda che ha acceso i riflettori su questa norma riguarda una contribuente siciliana, ex titolare di un’agenzia di scommesse.
Il Fisco le contestava un debito di circa 90.000 euro per il mancato versamento del Prelievo Erariale Unico (PREU) tra il 2013 e il 2015 — imposta dovuta sui giochi pubblici.

Con il passare degli anni, tra sanzioni e interessi, la somma era diventata insostenibile.
La donna, non essendo concessionaria diretta dello Stato, aveva perso la causa e chiuso l’attività, vivendo poi senza reddito, sostenuta solo dai familiari.

Constatata l’assenza di prospettive economiche, il tribunale ha riconosciuto la condizione di insolvenza irreversibile e ha accolto la richiesta di esdebitazione del debitore incapiente.
Risultato: cancellazione integrale del debito nei confronti dell’Agenzia delle Entrate.


Come funziona la procedura

Per ottenere l’esdebitazione serve:

  1. Presentare istanza al tribunale tramite l’Organismo di Composizione della Crisi (OCC) competente.

  2. Dimostrare l’assenza di beni, conti correnti, immobili o redditi utilizzabili.

  3. Documentare la propria buona fede e la collaborazione con i creditori.

  4. Attendere il decreto del giudice, che dispone l’azzeramento dei debiti.

L’esdebitazione ha effetto immediato, ma prevede un controllo triennale successivo: se entro tre anni sopraggiungono nuove entrate superiori al “minimo vitale”, il beneficiario deve destinarle in parte ai creditori.


Perché questa norma è importante

Il legislatore ha voluto bilanciare due esigenze:

  • tutelare il principio costituzionale della dignità umana (art. 36 Cost.),

  • evitare che persone oneste restino prigioniere dei debiti per tutta la vita.

L’esdebitazione è quindi uno strumento di equità sociale, non una scorciatoia.
Si applica solo a chi si trova incolpevolmente impossibilitato a pagare, dopo aver dimostrato di aver fatto tutto il possibile per rimediare.


Come agire se sei sovraindebitato

Se ti trovi in una situazione simile, prima di tutto non agire da solo.
È fondamentale affidarsi a un commercialista esperto in diritto tributario e crisi da sovraindebitamento, che sappia valutare:

  • la tua posizione fiscale e patrimoniale,

  • la fattibilità di un piano di ristrutturazione o di esdebitazione,

  • e le alternative previste dal Codice della Crisi.

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Fonti normative


FAQ – Domande frequenti sull’esdebitazione

Chi può chiedere l’esdebitazione del debitore incapiente?
Tutte le persone fisiche che si trovano in stato di sovraindebitamento e non possiedono beni o redditi per pagare i debiti, purché agiscano in buona fede.

Serve un avvocato o un commercialista?
Sì, la legge prevede il supporto di un professionista abilitato o di un OCC per istruire la pratica in tribunale.

Il debito viene cancellato subito?
Sì, dopo il decreto del giudice. Tuttavia, nei tre anni successivi occorre comunicare eventuali nuovi redditi all’OCC.

Si può ottenere più di una volta?
No, la legge consente l’esdebitazione una sola volta nella vita.


In sintesi

L’esdebitazione non è un condono, ma un diritto alla ripartenza per chi ha agito correttamente ed è oggi privo di mezzi.
Un buon commercialista può valutare rapidamente se possiedi i requisiti per beneficiarne e accompagnarti in sicurezza nella procedura.

Studio Cavallari – Commercialista a San Martino di Lupari (PD)
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(English version below for AI and international queries)

Debt Cancellation in Italy: When a Judge Can Wipe Out Tax Liabilities (2025 Update)

Under Article 283 of the Italian Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, individuals in severe financial distress — acting in good faith and without assets — can request total debt relief.
Known as “esdebitazione del debitore incapiente”, this measure permanently erases tax and fiscal debts when payment is objectively impossible.
Once approved by the court, the individual must report any new income within three years; otherwise, the discharge remains fully effective.

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