Contenzioso Tributario, Accertamenti e Riscossioni

Gli approfondimenti del Dottor Cavallari sul contenzioso tributario, gli accertamenti e le riscossioni da parte dell'Agenzie delle Entrate

 

Controlli Agenzia delle Entrate 2025 sui Forfettari: chi rischia la decadenza e come difendersi

Controlli Agenzia delle Entrate 2025 sui Forfettari: chi rischia la decadenza e come difendersi

Aggiornato a novembre 2025
Dott. Massimo Cavallari – Commercialista da oltre 25 anni, iscritto al n. 932/A Padova ed Esperto de Il Sole 24 Ore


Nuovo ciclo di controlli sui contribuenti in regime forfettario

Nelle ultime settimane l’Agenzia delle Entrate ha avviato un nuovo ciclo di controlli mirati ai professionisti e alle imprese in regime forfettario.
Le comunicazioni che molti contribuenti stanno ricevendo riguardano in particolare situazioni di presunte cause ostative all’accesso o alla permanenza nel regime agevolato, emerse da incroci automatici di dati fiscali provenienti dalle banche dati dell’Amministrazione Finanziaria.

L’obiettivo dell’Agenzia è verificare che il contribuente avesse effettivamente diritto ad applicare l’imposta sostitutiva del 15% (o 5%) negli anni precedenti.


I casi più frequenti: redditi da lavoro dipendente e pensione

Tra le situazioni più spesso contestate figurano i redditi da lavoro dipendente superiori ai limiti previsti, che fino al 2024 erano di 30.000 €, saliti a 35.000 € dal 2025 (art. 1, comma 54, L. 190/2014 e successive modifiche).
Il superamento di tale soglia può far perdere il diritto al regime forfettario se il lavoro dipendente è ancora in corso o se non si è cessato nell’anno precedente l’apertura della partita IVA.

Va ricordato che anche le pensioni sono assimilate al lavoro dipendente: un pensionato in forfettario che supera i 35.000 € di reddito pensionistico decade automaticamente dal regime agevolato nell’anno successivo.


Come difendersi da eventuali contestazioni

Molti atti di contestazione potrebbero contenere errori di valutazione o non considerare circostanze rilevanti, come:

  • la cessazione del lavoro dipendente prima dell’inizio dell’attività autonoma;

  • redditi da lavoro dipendente parziali o riferiti a più contratti nel medesimo anno;

  • errata somma di redditi che non rientrano nel perimetro del limite previsto.

È quindi importante verificare attentamente i dati riportati nell’atto e, se necessario, fornire chiarimenti e documentazione integrativa.


Cosa fare se si riceve una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate

  1. Leggere con attenzione la motivazione della contestazione.

  2. Richiedere copia completa degli atti e verificare i redditi presi in considerazione.

  3. Valutare se esistono cause giustificative, come la cessazione del rapporto di lavoro o un reddito da pensione inferiore nel periodo di riferimento.

  4. Rivolgersi a un commercialista esperto per predisporre le osservazioni da inviare all’Ufficio nei termini previsti.


Perché affidarsi a un commercialista esperto

Un professionista può intercettare per tempo eventuali criticità e assistere nella difesa preventiva del regime forfettario, analizzando la documentazione e la posizione fiscale personale.
Lo Studio Cavallari segue da anni casi di verifiche e accertamenti tributari legati al regime forfettario, offrendo supporto mirato e aggiornato secondo le ultime istruzioni dell’Agenzia delle Entrate e le interpretazioni ministeriali.

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Fonti normative ufficiali


FAQ – Controlli Agenzia Entrate sui forfettari 2025

❓ Se ho chiuso il lavoro dipendente a dicembre e aperto la partita IVA a gennaio, posso restare in forfettario?
✅ Sì, purché la cessazione sia effettiva e documentata nell’anno precedente all’apertura.

❓ Il limite dei 30.000 € vale anche per i redditi da pensione?
✅ Sì, la pensione è assimilata al lavoro dipendente ai fini della verifica del limite.

❓ Se supero i 35.000 € nel 2025, quando decado dal regime?
✅ Dal 1° gennaio 2026, con obbligo di passaggio alla contabilità semplificata o ordinaria.

❓ Posso sanare la situazione con una dichiarazione integrativa?
✅ In alcuni casi sì: occorre analizzare la posizione e valutare l’invio di una dichiarazione integrativa a favore o ravvedimento operoso.


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