Prova della residenza all’estero: valutazione omnicomprensiva
Le comunicazioni alle autorità straniere, la cittadinanza inglese e la permanenza dei figli in Gran Bretagna si qualificano come indizio per l'accertamento della residenza estera del contribuente !
Accolto il ricorso contro un accertamento a fini IRPEF; al contribuente erano stati imputati redditi realizzati da una società avente sede in Italia e da lui controllata. I trasferimenti anagrafici del contribuente in Inghilterra e le relative comunicazioni di quest'ultimo alle autorità britanniche rappresentano elemento potenzialmente rilevante, nel quadro indiziario da valutare, laddove pervengano informazioni provenienti dal Regno Unito in ordine "all'assenza fisica del soggetto rappresentata dalla inesistenza del destinatario della corrispondenza all'indirizzo dichiarato" elemento valorizzato dall'Ufficio a sostegno della natura solo formale della residenza inglese del contribuente. L'accertamento che da tale riscontro è dipeso, come sostiene il contribuente, produce errore nell'individuazione del corretto indirizzo anagrafico londinese e costituisce un elemento a discarico da prendere in considerazione nell'apprezzamento complessivo del quadro indiziario.
La sentenza impugnata, sebbene espressamente affermi la rilevanza dell'effettività della residenza delle relazioni personali del contribuente, non espone alcun riferimento all'esame di queste ultime nell'elenco degli elementi indiziari presi in considerazione. La parte della motivazione con la quale la CTR condivideva, nella sostanza, la tesi erariale in merito alla natura meramente formale e fittizia della residenza del contribuente in Inghilterra, secondo la Cassazione risulta quindi apodittica e assertiva, laddove assumeva l'assenza di qualsiasi riscontro in ordine agli interessi del contribuente nel Regno Unito, senza un'approfondita disamina logica e giuridica del relativo quadro indiziario nel suo complesso (sul punto, Cass. 17 giugno 2016 n. 11938).
Per tali motivi, è stato accolto il ricorso del contribuente.
Cass. 18 marzo 2021 n. 7621