Se i conti societari sono insufficienti, ok al sequestro per equivalente sui beni del legale rappresentante
Sequestro per equivalente sui beni del legale rappresentante se sui conti bancari della società non sono state rintracciate somme sufficienti. È il caso esaminato dalla Corte di Cassazione con la sentenza del 4 settembre 2018 n. 39686. Nel caso penale in esame, il gip aveva disposto il sequestro preventivo di somme nella disponibilità della società della quale la ricorrente indagata era la legale rappresentante; qualora fossero risultate insufficienti le somme rinvenute negli istituti di credito, era stato autorizzato il sequestro per equivalente dei beni mobili ed immobili a lei riconducibili.
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della donna, evidenziando come l’estensione della confisca intenda privare l’autore del reato di un qualunque beneficio economico derivante dall’attività criminosa. I giudici della Suprema Corte hanno ricordato che «Nel caso di condanna, o di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell’art. 444 del c.p.p., per uno dei delitti previsti dagli artt. da 314 a 320 […] è sempre ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è possibile, la confisca di beni, di cui il reo ha la disponibilità, per un valore corrispondente a tale prezzo. Nel caso di condanna […] va ordinata la confisca dei beni che ne costituiscono il profitto salvo che appartengano a persona estranea al reato, ovvero, quando essa non è disponibile, la confisca di beni, di cui il reo ha disponibilità, per un valore corrispondente.